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Recensione - "Ritratto di signora" di Henry James

Quando un classico è estremamente famoso, tendo spesso a procrastinare la lettura. In realtà non so davvero cosa aspetto e perché non do una possibilità. Forse il momento giusto, l'ispirazione, il mood? 

"Ritratto di signora" di Henry James è un classico che in realtà si sbilancia tra il molto noto e il totalmente sconosciuto, principalmente per i meno addetti del settore. In lista tempo fa avevo inserito "Giro di vite" (ancora da recuperare); mi aveva intrigato molto più la trama un po' dark. Eppure, mi è capitato proprio di iniziare dalla sua pietra miliare che tanto cercavo di allontanare.

TRAMA: Ottocento. Isabel Archer è una ventenne americana, orfana di entrambi i genitori, che viene invitata da sua zia, Mrs. Touchett, a visitare l'Europa. L'occasione ovviamente è propizia per la giovane ragazza che potrà finalmente alzar il naso dai suoi amati libri e soddisfare la sete di libertà e indipendenza.

Ho volutamente sottolineato un dettaglio nella trama che io trovo l'elemento davvero cardine ma soprattutto vincente dell'intero romanzo: l'indipendenza di Isabel Archer. Henry James è noto per essere un tantino misogino, nulla di scandaloso se effettivamente consideriamo la mentalità ottocentesca in cui la donna non godeva degli stessi diritti odierni. Ma nonostante questo velo sociale e culturale di pregiudizio nei confronti del gentil sesso, è riuscito a creare un personaggio femminile a mio parere tra i più belli in assoluto della letteratura. Isabel Archer è una povera ragazza americana che viene trascinata dall'esuberante e anticonformista zia Touchett dapprima in Inghilterra e poi in Italia, in un itinerante viaggio che rappresenta l'ideale di indipendenza di questa giovane donna. Isabel è un personaggio meraviglioso proprio per la sua modernità, una donna che non punta al matrimonio come invece poteva esser naturale per l'epoca ma che anzi rifiuta ogni tipo di proposta (e saranno numerose nel corso del romanzo). La voglia di libertà, la sete di conoscenza quasi omerica connotano la sua personalità e il modo di approcciarsi agli altri. Per alcuni potrebbe essere ritenuta ingenua o libertina, forse anche egoista perché incentrata esclusivamente sui propri desideri. Ma quale donna non vorrebbe essere libera di esplorare il mondo e di sognare? Isabel è un'idealista che ben si contrappone alle altre figure femminili del romanzo, più salde e ingombranti. Oserei dire pragmatiche. Non vorrei ovviamente anticipare cosa accade alla nostra protagonista, ma un cambiamento avverrà. Isabel sbaglia e matura, pagando ogni giorno il prezzo della sua infelicità. Scoprirete voi perchè.

James è maestro anche nel tratteggiare i personaggi maschili che in questo romanzo sono numerosi, tutti differenti caratterialmente e socialmente tra loro. Il mio preferito è sicuramente Ralph Touchett, cugino della protagonista e artefice della sua fortuna. Un uomo che preserva il suo amore per Isabel senza mai rivelarlo pubblicamente e che, proprio per amore, le donerà il più prezioso tra tutti i doni: la libertà. Ma la libertà ha sempre un prezzo da pagare. Di sicuro ormai uno dei miei personaggi maschili preferiti.

Lo stile di James è comunque particolarmente scorrevole, la lettura non pesa e il caleidoscopio di personaggi e ambientazioni la rende molto più accattivante e, ribadisco, cambia toni e tinte verso la seconda metà con l'arrivo di Gilbert Osmond, l'esteta, il dandy, l'ozioso. Altra dimostrazione dell'immensa bravura da ritrattista di James. Non potete non leggere questo grande classico che ci ha restituito appunto un ritratto di signora: una delle prime grandi donne moderne.



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