Febbraio è stato uno dei mesi più intensi della storia. Nel giro di pochi giorni siamo passati da Sanremo al Coronavirus.
Tra esami ed epidemie, sono riuscita comunque a leggere tre libri e questa volta parto dall'ultimo ovvero "Mantieni il bacio" di Massimo Recalcati.
Non si può parlare di una trama trattandosi di un saggio anzi, del copione scritto per la trasmissione che l'autore tenne su Rai3 qualche mese fa in merito all'amore. Cos'è l'amore? Come si manifesta? Come lo riconosco? Dagli albori della civiltà umana, ha rappresentato uno dei topoi della letteratura che ha affastellato le pagine di poeti e pensatori. Eros per i Greci. Amor per i latini. E ancora amore, love, amour e così via. La difficoltà di descriverlo e di chiarire perfettamente di cosa si tratta mi spinge ad accumulare saggi o romanzi a tema, quasi con la vana pretesa di diventarne un'esperta. In questi casi però non basta leggerne, si deve avere esperienza. Non parlo di accumulare schiere di amanti, piuttosto di indagare lucidamente cosa vogliamo, quali emozioni siamo in grado di provare, cosa ci fa battere più o meno il cuore. Recalcati divide il saggio in sette parti in cui tratta di desiderio, figli, amore che dura o che finisce, gelosia, violenza e altro. E' sempre lucido nelle sue spiegazioni, appoggiandosi anche su scritti di altri autori, più o meno moderni, e ha una prosa fluida che permette una lettura agevole. Anche se non siete appassionati del tema io vi consiglio di leggere questo piccolissimo libretto. C'è sempre da imparare.
Ultimo libro è "Sessanta racconti" di Dino Buzzati.
Dopo "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" che mi sembrò una storiella per bambini qualche anno fa (e infatti ne hanno realizzato una versione animata), decisi di non leggere altro dell'autore che pure sapevo aveva scritto opere più impegnate e mature. Probabilmente perché temevo la stessa semplicità o perché principalmente vedevo in giro raccolte di racconti che io non amo, a meno che non si tratti di Calvino. Ebbene, "Sessanta racconti" mi è stato regalato e non avrei mai potuto non leggerlo, così ho deciso di dargli subito una possibilità ulteriore. I racconti sono moltissimi e pochi non ho apprezzato, solitamente perché la trama o il significato erano poco chiari e molto ermetici. I restanti ruotano molto attorno al tema della morte che Buzzati prospetta in modi completamente differenti. Una morte certa ed evidente, una metaforica o spirituale, una allusiva, una non detta eppure abbastanza palese, oltre a verificarsi in modi completamente differenti. La morte è un tema dunque molto caro a Buzzati che fino al 1958, anno della realizzazione della raccolta, ha cercato di esorcizzarla forse proprio parlandone e scrivendone il più possibile. Altri racconti sono imperniati sul mondo tecnologico versus quello naturale, anche perché scritti sicuramente durante il boom edilizio. La raccolta è un caleidoscopio della mente dell'autore. Chi vuole conoscere Buzzati, il suo fluido stile di scrittura, i suoi colpi di scena, i finali aperti, le riflessioni amare il più delle volte deve partire assolutamente dai racconti. Io vi consiglio di leggere un racconto ogni tanto in modo da non creare effetto disgusto; personalmente preferisco leggere le raccolte sempre nella loro interezza anche se questo di sicuro mi porta a volermi poi allontanare dall'autore per un bel po' di tempo.
Tra esami ed epidemie, sono riuscita comunque a leggere tre libri e questa volta parto dall'ultimo ovvero "Mantieni il bacio" di Massimo Recalcati.
Non si può parlare di una trama trattandosi di un saggio anzi, del copione scritto per la trasmissione che l'autore tenne su Rai3 qualche mese fa in merito all'amore. Cos'è l'amore? Come si manifesta? Come lo riconosco? Dagli albori della civiltà umana, ha rappresentato uno dei topoi della letteratura che ha affastellato le pagine di poeti e pensatori. Eros per i Greci. Amor per i latini. E ancora amore, love, amour e così via. La difficoltà di descriverlo e di chiarire perfettamente di cosa si tratta mi spinge ad accumulare saggi o romanzi a tema, quasi con la vana pretesa di diventarne un'esperta. In questi casi però non basta leggerne, si deve avere esperienza. Non parlo di accumulare schiere di amanti, piuttosto di indagare lucidamente cosa vogliamo, quali emozioni siamo in grado di provare, cosa ci fa battere più o meno il cuore. Recalcati divide il saggio in sette parti in cui tratta di desiderio, figli, amore che dura o che finisce, gelosia, violenza e altro. E' sempre lucido nelle sue spiegazioni, appoggiandosi anche su scritti di altri autori, più o meno moderni, e ha una prosa fluida che permette una lettura agevole. Anche se non siete appassionati del tema io vi consiglio di leggere questo piccolissimo libretto. C'è sempre da imparare.
La delusione del mese è stata "Chocolat" di Joanne Harris.
TRAMA: A Lansquenet giungono Vianne Rocher e sua figlia Anouk, straniere e nomadi, che decideranno di aprire la Celeste Praline (cioccolateria) proprio in periodo di Quaresima, scatenando le proteste del reverendo Francis Reynaud.
Ho volutamente omesso pezzi della trama perché in realtà li trovo irrilevanti e fuorvianti. Ho acquistato questo libro col giornale nella collana Amori da film. Evidentemente chi l'ha realizzata non si è accertato effettivamente se il libro somiglia anche solo vagamente al film. Avevo davvero voglia di leggere qualcosa di molto romantico e, trainata dalla fama seducente del film, mi sono fidata. Male. La grande passione e sensualità che emerge tra i due protagonisti della trasposizione cinematografica, nelle pagine del libro non esiste. La sensualità si percepisce ma è legata a un gioco di peccato e seduzione tipici dei peccati di gola e la cioccolateria ne è l'emblema. Non c'è nient'altro. Il curato, per me vero protagonista, ha qualche vago rimando a Frollo di "Notre Dame de Paris" ma davvero molto vago. Un romanzo piacevole e carino, ma se vi aspettate di ritrovare ciò che avete sognato con il misterioso Johnny Depp vi sbagliate.
Dopo "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" che mi sembrò una storiella per bambini qualche anno fa (e infatti ne hanno realizzato una versione animata), decisi di non leggere altro dell'autore che pure sapevo aveva scritto opere più impegnate e mature. Probabilmente perché temevo la stessa semplicità o perché principalmente vedevo in giro raccolte di racconti che io non amo, a meno che non si tratti di Calvino. Ebbene, "Sessanta racconti" mi è stato regalato e non avrei mai potuto non leggerlo, così ho deciso di dargli subito una possibilità ulteriore. I racconti sono moltissimi e pochi non ho apprezzato, solitamente perché la trama o il significato erano poco chiari e molto ermetici. I restanti ruotano molto attorno al tema della morte che Buzzati prospetta in modi completamente differenti. Una morte certa ed evidente, una metaforica o spirituale, una allusiva, una non detta eppure abbastanza palese, oltre a verificarsi in modi completamente differenti. La morte è un tema dunque molto caro a Buzzati che fino al 1958, anno della realizzazione della raccolta, ha cercato di esorcizzarla forse proprio parlandone e scrivendone il più possibile. Altri racconti sono imperniati sul mondo tecnologico versus quello naturale, anche perché scritti sicuramente durante il boom edilizio. La raccolta è un caleidoscopio della mente dell'autore. Chi vuole conoscere Buzzati, il suo fluido stile di scrittura, i suoi colpi di scena, i finali aperti, le riflessioni amare il più delle volte deve partire assolutamente dai racconti. Io vi consiglio di leggere un racconto ogni tanto in modo da non creare effetto disgusto; personalmente preferisco leggere le raccolte sempre nella loro interezza anche se questo di sicuro mi porta a volermi poi allontanare dall'autore per un bel po' di tempo.
Commenti
Posta un commento