Marzo mese di quarantena e di letture.
Dopo Nabokov, di cui vi ho già parlato abbastanza, parto dall'ultimo grande amore del mese che ho terminato di leggere poche ore fa: "La memoria di Babel" di Christelle Dabos.
La saga degli Attraversaspecchi da un paio d'anni sta facendo molto parlare di sé e anche abbastanza bene. Dopo un inizio un po' lento nel primo volume, dovuto alla inevitabile presentazione dei personaggi e della meravigliosa ambientazione, il secondo e il terzo hanno ingranato particolarmente. Questo terzo volume mi ha completamente stregata. Ovviamente non posso rivelarvi nulla sulla trama perché rischierei spoiler, posso solo dirvi che è un susseguirsi di adrenalina, misteri e colpi di scena senza mai cadute di stile. I personaggi evolvono, migliorano e finalmente troviamo una Ofelia più matura e più consapevole di chi è e dei propri sentimenti, per quanto rimanga la solita sbadata. Tra le nubi si intravede anche un barlume di sereno e parlo di Thorn che finalmente dà segnali di umanità. Se non avete ancora letto questa serie dovete iniziarla al più presto perché vi garantisco che non ve ne pentirete. Per chi, come me, ha terminato questo volume direi che attendiamo con ansia il 15 Giugno e, ahimè, l'ultimo volume.
Da un amore che si conferma tale a una delusione nemmeno troppo scottante, "Follia" di Patrick McGrath.
TRAMA: Inghilterra, 1959. Stella Raphael è la moglie di uno psichiatra, vicedirettore di una clinica nei pressi di Londra che, vittima di un matrimonio piatto e poco passionale e di una vita da reclusa nel recinto della clinica, avvia una relazione adultera con Edgar, un artista e detenuto della clinica. Una relazione che si trasformerà ben presto in un amore ossessivo e disturbante.
Ho visto questo libro praticamente ovunque, sia sui social che nelle librerie ma, come spesso mi capita, tendo a scansare ben volentieri i casi mediatici aspettando il momento giusto per poterli leggere. Era ormai arrivato il momento di capire perché "Follia" (da cui è stato tratto anche un film) fosse così famoso. Sinceramente non l'ho ancora capito. McGrath ha avuto un padre psichiatra e ha vissuto all'interno della clinica per qualche anno, proprio come la protagonista; deduco che quindi conosca abbastanza bene il lessico e quel tipo di vita. Proprio per questo mi aspettavo davvero di più. La trama mi sembra abbastanza banale, la classica moglie frustrata e non sessualmente soddisfatta che cerca il mondo di evasione proprio nell'artista ribelle un po' psicotico. Fin qui nulla di nuovo. La base poteva anche esser buona per costruirci una bella analisi psichiatrica che però personalmente ho trovato molto superficiale, troppo rapida per tutto il romanzo tranne nelle ultime 60 pp. che credo abbiano risollevato le sorti di un libro che altrimenti avrei bocciato del tutto. Mi aspettavo maggiore approfondimento dall'autore che invece ha concentrato moltissimo lo sguardo su Stella, dimenticandosi che in una coppia si è in due e che anche Edgar meritava ben più spazio rispetto alle poche scene di gelosia ossessiva presenti nel mezzo. Non ho provato empatia per nessun personaggio, li ho trovati tutti molto disturbanti. Questo però gli è riuscito molto bene. Nessun personaggio è davvero positivo. Ho apprezzato molto invece lo stile narrativo quindi la narrazione condotta da un altro psichiatra, in parte interno alla vicenda; unica pecca è che in questo modo abbiamo solo un punto di vista (quello di Stella) e ci dimentichiamo appunto di Edgar.
In poche parole è un libro molto sopravvalutato che ha del potenziale, ma poteva sviluppare più approfonditamente.
Questo mese mi sentivo particolarmente ispirata e così ho finalmente letto "Il principe" di Machiavelli. Trattasi di un trattato politico che l'autore fiorentino scrisse nel primo decennio del Cinquecento dopo esser stato mandato in esilio ad Albergaccio. L'opera venne poi messa la bando nel 1599. L'opera è divisa in tre sezioni in cui tratta rispettivamente delle tipologie di Stato, le caratteristiche che un buono Stato dovrebbe avere quindi milizie, amministratori e poi le caratteristiche di un buon Principe che è indubbiamente la parte più interessante. L'opera di Machiavelli voleva essere un insegnamento su come reggere rettamente uno Stato, come gestirlo e come un vero principe deve dimostrarsi per ottenere rispetto, benevolenza e ubbidienza dai propri sudditi. Ho banalmente ridotto il contenuto perché è davvero denso di citazioni latine, riferimenti storici a suoi contemporanei ed è forse uno dei trattati tra i più bistrattati e nominati. Un esempio su tutti "Il fine giustifica i mezzi", frase spesso attribuita a Machiavelli ma in realtà MAI pronunciata dall'autore, l'unico riferimento è nel capitolo XIX ma con parole completamente differenti. Mi raccomando a non usare questa formula se non ne conoscete il significato. Un testo che sinceramente mi ha illuminata su alcuni aspetti e che forse ogni uomo politico dovrebbe leggere. Per gli interessati, attenzione al volgare che non è molto semplice se non si è abituati.
Dopo Nabokov, di cui vi ho già parlato abbastanza, parto dall'ultimo grande amore del mese che ho terminato di leggere poche ore fa: "La memoria di Babel" di Christelle Dabos.
La saga degli Attraversaspecchi da un paio d'anni sta facendo molto parlare di sé e anche abbastanza bene. Dopo un inizio un po' lento nel primo volume, dovuto alla inevitabile presentazione dei personaggi e della meravigliosa ambientazione, il secondo e il terzo hanno ingranato particolarmente. Questo terzo volume mi ha completamente stregata. Ovviamente non posso rivelarvi nulla sulla trama perché rischierei spoiler, posso solo dirvi che è un susseguirsi di adrenalina, misteri e colpi di scena senza mai cadute di stile. I personaggi evolvono, migliorano e finalmente troviamo una Ofelia più matura e più consapevole di chi è e dei propri sentimenti, per quanto rimanga la solita sbadata. Tra le nubi si intravede anche un barlume di sereno e parlo di Thorn che finalmente dà segnali di umanità. Se non avete ancora letto questa serie dovete iniziarla al più presto perché vi garantisco che non ve ne pentirete. Per chi, come me, ha terminato questo volume direi che attendiamo con ansia il 15 Giugno e, ahimè, l'ultimo volume.
Da un amore che si conferma tale a una delusione nemmeno troppo scottante, "Follia" di Patrick McGrath.
TRAMA: Inghilterra, 1959. Stella Raphael è la moglie di uno psichiatra, vicedirettore di una clinica nei pressi di Londra che, vittima di un matrimonio piatto e poco passionale e di una vita da reclusa nel recinto della clinica, avvia una relazione adultera con Edgar, un artista e detenuto della clinica. Una relazione che si trasformerà ben presto in un amore ossessivo e disturbante.
Ho visto questo libro praticamente ovunque, sia sui social che nelle librerie ma, come spesso mi capita, tendo a scansare ben volentieri i casi mediatici aspettando il momento giusto per poterli leggere. Era ormai arrivato il momento di capire perché "Follia" (da cui è stato tratto anche un film) fosse così famoso. Sinceramente non l'ho ancora capito. McGrath ha avuto un padre psichiatra e ha vissuto all'interno della clinica per qualche anno, proprio come la protagonista; deduco che quindi conosca abbastanza bene il lessico e quel tipo di vita. Proprio per questo mi aspettavo davvero di più. La trama mi sembra abbastanza banale, la classica moglie frustrata e non sessualmente soddisfatta che cerca il mondo di evasione proprio nell'artista ribelle un po' psicotico. Fin qui nulla di nuovo. La base poteva anche esser buona per costruirci una bella analisi psichiatrica che però personalmente ho trovato molto superficiale, troppo rapida per tutto il romanzo tranne nelle ultime 60 pp. che credo abbiano risollevato le sorti di un libro che altrimenti avrei bocciato del tutto. Mi aspettavo maggiore approfondimento dall'autore che invece ha concentrato moltissimo lo sguardo su Stella, dimenticandosi che in una coppia si è in due e che anche Edgar meritava ben più spazio rispetto alle poche scene di gelosia ossessiva presenti nel mezzo. Non ho provato empatia per nessun personaggio, li ho trovati tutti molto disturbanti. Questo però gli è riuscito molto bene. Nessun personaggio è davvero positivo. Ho apprezzato molto invece lo stile narrativo quindi la narrazione condotta da un altro psichiatra, in parte interno alla vicenda; unica pecca è che in questo modo abbiamo solo un punto di vista (quello di Stella) e ci dimentichiamo appunto di Edgar.
In poche parole è un libro molto sopravvalutato che ha del potenziale, ma poteva sviluppare più approfonditamente.
Questo mese mi sentivo particolarmente ispirata e così ho finalmente letto "Il principe" di Machiavelli. Trattasi di un trattato politico che l'autore fiorentino scrisse nel primo decennio del Cinquecento dopo esser stato mandato in esilio ad Albergaccio. L'opera venne poi messa la bando nel 1599. L'opera è divisa in tre sezioni in cui tratta rispettivamente delle tipologie di Stato, le caratteristiche che un buono Stato dovrebbe avere quindi milizie, amministratori e poi le caratteristiche di un buon Principe che è indubbiamente la parte più interessante. L'opera di Machiavelli voleva essere un insegnamento su come reggere rettamente uno Stato, come gestirlo e come un vero principe deve dimostrarsi per ottenere rispetto, benevolenza e ubbidienza dai propri sudditi. Ho banalmente ridotto il contenuto perché è davvero denso di citazioni latine, riferimenti storici a suoi contemporanei ed è forse uno dei trattati tra i più bistrattati e nominati. Un esempio su tutti "Il fine giustifica i mezzi", frase spesso attribuita a Machiavelli ma in realtà MAI pronunciata dall'autore, l'unico riferimento è nel capitolo XIX ma con parole completamente differenti. Mi raccomando a non usare questa formula se non ne conoscete il significato. Un testo che sinceramente mi ha illuminata su alcuni aspetti e che forse ogni uomo politico dovrebbe leggere. Per gli interessati, attenzione al volgare che non è molto semplice se non si è abituati.
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