Gennaio è stato un mese molto intenso,ho letto solo due libri, due grandi classici della letteratura.
Il primo è "Oliver Twist" di Charles Dickens, di cui vi ho già parlato nella scheda che ho pubblicato su questo libro.
Il secondo libro è "Anna Karenina" di Tolstoj, che mi è stato regalato a Natale da mia zia.
E' stata una lettura impegnativa, non tanto per il numero di pagine, quanto per la comprensione dei gesti e delle parole di Anna. Spesso mi fermavo a riflettere e mi domandavo cosa avrei fatto al suo posto. Inseguire l'amore o rispettare le convenzioni sociali?
Questo è sicuramente il nodo centrale dell'opera, un nodo forse inscindibile perchè è davvero complesso riuscire a capire il personaggio di Anna fino in fondo.
Il romanzo si apre con una frase chiave per il romanzo, anticipa ed espone cosa noi leggeremo in questo romanzo: "Le famiglie felici si somigliano sempre una con l'altra: ogni famiglia infelice lo è in un modo particolare".
Già dal primo rigo capiamo che leggeremo di famiglie felici, di amori puri, genuini, "giusti" per la società dell'epoca. Leggeremo anche di amori passionali, carnali, extra-coniugali.
Introduciamo il romanzo:
Il romanzo inizia con la figura di Stepan Oblonskij, fedifrago e farfallone che chiede aiuto a sua sorella Anna Karenina per riconciliare i rapporti con sua moglie Dolly. durante un ballo, dato in queste occasioni, Anna conoscerà il generale Vronskij, fidanzato di Kitty, sorella di Dolly. Fra Anna e il generale nascerà un amore profondo, passionale e i due diverranno amanti, ad insaputa del burbero marito di lei Aleksej Karenin.
Kitty, delusa da Vronskij, si innamorerà e si sposerà con Levin, un ricco proprietario terriero suo amico di infanzia. Vivremo quindi la loro quotidianità, il loro amore puro e genuino. Anna inizierà invece, la sua vita con l'amante, abbandonando suo marito e suo figlio Sereza, a cui era profondamente legata. La lontananza dal figlio, il tentativo fallito di divorzio, il divieto di presentarsi in società, la porteranno alla pazzia, alla gelosia morbosa e quindi alla convenzione di non essere più amata da Vronskij. Tutti credo che sappiano come questo romanzo si conclude.
Il personaggio di Anna fa davvero riflettere, e l'anima del lettore si divide in due. Comprenderla o condannarla? Amore coniugale o amore passionale?
Ciò, personalmente, mi ha portato ad indugiare, a cercare di farmi una mia idea personale su questa donna.
All'inizio del romanzo ho condannato la figura di Anna, mi è apparsa come una donna vacua, maliziosa e troppo seducente, il cui unico obiettivo era destare sguardi seducenti e compiaciuti. Alla fine però pian piano questo sentimento si muta in compassione e pietà.
Alla fine del romanzo, appare nei suoi due alter-ego. Il primo, un piccolo uccellino in gabbia, costretta a vivere isolata dalla società che ormai la disprezza; il secondo una donna sadica e vendicativa, che mira alla morte per ferire Vronskij. Possiamo immaginare che la fine del romanzo, sia stata l'unica soluzione logicamente possibile anche per l'autore stesso. Anna è diventata un personaggio davvero ostico e, a rigor di logica, la morte è sicuramente l'unica soluzione ammissibile in questo turbinio di emozioni.
Tolstoj è davvero un genio, è riuscito a ricreare un ambiente meraviglioso. Durante la lettura riesci ad immaginare i palazzi, i vestiti, tutto lo sfarzo russo nel periodo di massimo splendore. Mi ha fatto amare la Russia ancor più di quanto io non la ami già.
E' un romanzo che almeno una volta nella vita si deve leggere.
Il primo è "Oliver Twist" di Charles Dickens, di cui vi ho già parlato nella scheda che ho pubblicato su questo libro.
Il secondo libro è "Anna Karenina" di Tolstoj, che mi è stato regalato a Natale da mia zia.
E' stata una lettura impegnativa, non tanto per il numero di pagine, quanto per la comprensione dei gesti e delle parole di Anna. Spesso mi fermavo a riflettere e mi domandavo cosa avrei fatto al suo posto. Inseguire l'amore o rispettare le convenzioni sociali?
Questo è sicuramente il nodo centrale dell'opera, un nodo forse inscindibile perchè è davvero complesso riuscire a capire il personaggio di Anna fino in fondo.
Il romanzo si apre con una frase chiave per il romanzo, anticipa ed espone cosa noi leggeremo in questo romanzo: "Le famiglie felici si somigliano sempre una con l'altra: ogni famiglia infelice lo è in un modo particolare".
Già dal primo rigo capiamo che leggeremo di famiglie felici, di amori puri, genuini, "giusti" per la società dell'epoca. Leggeremo anche di amori passionali, carnali, extra-coniugali.
Introduciamo il romanzo:
Il romanzo inizia con la figura di Stepan Oblonskij, fedifrago e farfallone che chiede aiuto a sua sorella Anna Karenina per riconciliare i rapporti con sua moglie Dolly. durante un ballo, dato in queste occasioni, Anna conoscerà il generale Vronskij, fidanzato di Kitty, sorella di Dolly. Fra Anna e il generale nascerà un amore profondo, passionale e i due diverranno amanti, ad insaputa del burbero marito di lei Aleksej Karenin.
Kitty, delusa da Vronskij, si innamorerà e si sposerà con Levin, un ricco proprietario terriero suo amico di infanzia. Vivremo quindi la loro quotidianità, il loro amore puro e genuino. Anna inizierà invece, la sua vita con l'amante, abbandonando suo marito e suo figlio Sereza, a cui era profondamente legata. La lontananza dal figlio, il tentativo fallito di divorzio, il divieto di presentarsi in società, la porteranno alla pazzia, alla gelosia morbosa e quindi alla convenzione di non essere più amata da Vronskij. Tutti credo che sappiano come questo romanzo si conclude.
Il personaggio di Anna fa davvero riflettere, e l'anima del lettore si divide in due. Comprenderla o condannarla? Amore coniugale o amore passionale?
Ciò, personalmente, mi ha portato ad indugiare, a cercare di farmi una mia idea personale su questa donna.
All'inizio del romanzo ho condannato la figura di Anna, mi è apparsa come una donna vacua, maliziosa e troppo seducente, il cui unico obiettivo era destare sguardi seducenti e compiaciuti. Alla fine però pian piano questo sentimento si muta in compassione e pietà.
Alla fine del romanzo, appare nei suoi due alter-ego. Il primo, un piccolo uccellino in gabbia, costretta a vivere isolata dalla società che ormai la disprezza; il secondo una donna sadica e vendicativa, che mira alla morte per ferire Vronskij. Possiamo immaginare che la fine del romanzo, sia stata l'unica soluzione logicamente possibile anche per l'autore stesso. Anna è diventata un personaggio davvero ostico e, a rigor di logica, la morte è sicuramente l'unica soluzione ammissibile in questo turbinio di emozioni.
Tolstoj è davvero un genio, è riuscito a ricreare un ambiente meraviglioso. Durante la lettura riesci ad immaginare i palazzi, i vestiti, tutto lo sfarzo russo nel periodo di massimo splendore. Mi ha fatto amare la Russia ancor più di quanto io non la ami già.
E' un romanzo che almeno una volta nella vita si deve leggere.
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