Il nuovo anno è iniziato particolarmente bene, almeno a livello di letture. Sono riuscita a portare a termine la bellezza di sei libri, che direi è più o meno un record.
Il battesimo del nuovo anno è stato "La vita agra" di Luciano Bianciardi.
TRAMA: Romanzo in parte autobiografico, racconta di un giornalista che decide di abbandonare la provincia per trasferirsi a Milano in cerca di fortuna e di migliori condizioni economiche ma, soprattutto, con l'idea di compiere un attentato terroristico ad uno dei simboli del potere e della politica della grande metropoli.
Questo romanzo non è la mia cup of tea. Non amo i romanzi a tema politico o anarchico, ma ammetto di averlo divorato con mia grande sorpresa. Il protagonista, alter ego dello stesso autore, ha secondo me una vita per alcuni tratti molto simile al Martin Eden di London: lavorare con le parole - fa il giornalista - ambizione economica, condizioni di vita difficili a cui possiamo aggiungere una vita sentimentale abbastanza promiscua e infedele e una marcata propensione verso il socialismo. L'idea è quella di compiere un attentato che non avrà mai davvero il coraggio di affrontare, propendendo più verso l'idea di una lotta socialista interna minando il capitalismo dall'interno. E cosa accade di solito in questi casi? Che nel capitalismo ci finisci con tutte le scarpe e il denaro che tanto disprezzi, diventa poi la tua unica legge: quella della sopravvivenza.
Tralasciando il pessimo carattere del protagonista, il romanzo è scorrevole e si legge davvero in poco tempo.
Il secondo volume è stato un ennesimo regalo di compleanno, in questo caso non parlo di un romanzo ma di uno degli splendidi volumi della Gribaudo: "I grandi diari. Lettere, agende, taccuini di personalità straordinarie".
Il volume ha dimensioni parecchio impegnative quindi ne è sconsigliata la lettura sui mezzi pubblici o al parco, ma è tutto da gustare in poltrona con una bella tazza di tè o di caffè accanto. L'edizione è bellissima, a partire dalla copertina in similpelle color avorio fino all'interno, curato nei minimi dettagli. Si attraversano i secoli alla scoperta di diari, taccuini, raccolte di lettere di personaggi che hanno fatto la storia, dagli scrittori ai sovrani ai grandi scienziati o esploratori. Ognuno di essi presenta brevi informazioni biografiche significative e riferimenti all'opera a cui si aggiungono immagini, citazioni e foto dell'opera stessa per permetterci di ammirare la vera calligrafia. I collezionisti non potranno lasciarsela scappare.
Potevano mancare i classici questo mese? Ovviamente no. Ognuno dei tre ha una storia differente, direi di iniziare da "Sorelle materassi" di Aldo Palazzeschi.
TRAMA: Le sorelle Materassi vivono in un paesino in provincia di Firenze e sono note in tutta la provincia per la raffinatezza dei loro ricami e corredi che le porteranno ad arricchirsi notevolmente, finché non saranno costrette a dedicarsi interamente ad un nipote abbastanza esigente.
"Sorelle Materassi" è una perla della letteratura del Novecento purtroppo dimenticata o poco considerata e aggiungerei che lo stesso Palazzeschi è poco citato, se non per nulla. Il romanzo è tipicamente borghese e lo potremmo inserire in un filone realista: si racconta l'ascesa, borghese appunto, di due sorelle che vivono di ricami e sartoria consacrando ad essi la loro vita. Sono delle donnine molto particolari, tratteggiate fin troppo bene da Palazzeschi che, volutamente, dà quel velo di grottesco e quindi umorista. Si atteggiano a giovani ragazze ogni domenica guardando passare i soldati, eppure vivono come povere schiave del lavoro e tronfie dello stesso, nel resto della settimana. Nonostante il grottesco, sono emblemi di integrità morale, di dedizione al lavoro, alle regole e per questo godono della profonda ammirazione dei clienti e del circondario. La chiave di cambiamento sarà il figlio della sorella defunta, un nipote dissoluto eppure profondamente amato, tipico rappresentante della scanzonata e frivola gioventù borghese.
Il tono del romanzo è pungente, cinico a tratti e molto ironico. Diverte e fa riflettere.
Il secondo è stato un altro grande classico, in questo caso americano, del Novecento e ben più celebre del precedente: "Il giovane Holden" di J.D. Salinger.
TRAMA: Holden è un ragazzo difficile, incompreso e incapace di trovare un proprio ruolo nel mondo tanto da farsi espellere da qualsiasi scuola egli provi a frequentare. Dopo l'ennesimo fallimento scolastico, inizia a girovagare per New York.
Ho sempre avuto paura di leggere il romanzo più noto di Salinger perché ho sentito pareri parecchio contrastanti. C'è chi lo osanna come capolavoro e chi invece lo boccia e lo definisce banale. Capolavoro forse è eccessivo, ma un bellissimo libro lo è di sicuro. Il personaggio di Holden è forse uno dei più simpatici della letteratura. Profondamente ragazzino negli atteggiamenti e nel modo di parlare, inquieto e acuto osservatore di ipocrisia umana. E' ironico, moltissimo. Divertente. Riesce a dirti in faccia quelle verità che per tante volte abbiamo tenuto dentro e che invece avremmo voluto dire e lui bravissimo a farlo, non ci mette mai astio, solo pungente cinismo. Viene definito un romanzo di formazione e non so se effettivamente Holden impari davvero qualcosa o cresca nel suo peregrinare newyorkese, ma direi che gli adolescenti dovrebbero leggerlo. Ma attenti, non imitatelo!
Con i miei alunni stiamo affrontando la lettura di "Se questo è un uomo" di Primo Levi. Nel mio caso è stata una rilettura obbligata e necessaria. Non vi dirò nulla di questo libro se non che è un dovere morale leggerlo. Fatelo.
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