Dopo un mese di Ottobre di cambiamenti e nuovi inizi che mi hanno costretta a rallentar parecchio con la lettura, direi che il mese di Novembre è stato parecchio più stabile.
Come già vi avevo anticipato il romanzo di Roth, "Il teatro di Sabbath", iniziato a Ottobre, è terminato con fatica questo mese e sinceramente questa volta è davvero un no.
TRAMA: Mickey Sabbath è un ex burattinaio sessantenne particolarmente dedito ai piaceri corporei e sessuali. Fedifrago, sboccato e probabilmente anche incompreso, inizia un viaggio alla scoperta del vero sé dopo la morte della sua amante storica, fuggendo da una vita matrimoniale che gli stava stretta e in cui non si riconosceva.
La vita di Mickey non è priva di colpi di scena, intendiamoci. Due mogli, di cui una probabilmente morta (assassinata) o semplicemente scomparsa e una alcolizzata in cura. Aggiungiamo un'amante croata da ben tredici anni che, in barba a tutte le convenzioni sociali, era la donna che amava davvero e che un tumore ha portato via repentinamente. L'evento catastrofico diventa il pretesto per un uomo ormai disilluso e affranto, di riflettere sulla propria esistenza e sul suo passato ma in cerca di cosa? Quello che effettivamente mi ha innervosita del personaggio di Sabbath è la sua costante voglia di fuga che non porta a nulla di concreto se non a una distruzione dei rapporti sociali con chi lo conosceva e lo amava. Sabbath è un personaggio distruttivo, disgregatore ed egoista. Ha sempre vissuto la sua vita in funzione delle donne, del sesso, dei piaceri corporali ma poi è rimasto con il nulla cosmico tra le mani, quando l'unica donna che realmente lo aveva amato, pur con tutti i suoi limiti, era andata via.
Il romanzo si sussegue lento, nonostante le peripezie a volte al limite del pornografico di Mickey. Riflette, racconta, va avanti e poi torna indietro, si sofferma, descrive. Un marasma caotico per descrivere una vita piatta a livello emotivo e, a mio parere, anche intellettivo. Proprio la lentezza eccessiva e il personaggio poco in linea con la mia moralità non mi hanno convinta del tutto. Purtroppo questa volta a Roth devo togliere un punto.
Andando avanti, ho letto per la Oscar Vault Mondadori un fantasy uscito a metà Ottobre ovvero "Le diecimila porte di January" di Alix E. Harrow.
TRAMA: Estate 1901. La piccola January vive nella immensa villa del ricco Signor Locke, datore di lavoro di suo padre, ricercatore di tesori e manufatti particolari. E' una ragazzina abbastanza vivace e ribelle e lo diventerà ancor di più quando ritroverà uno strano libro "Le diecimila porte" che la condurrà a scoprire porte, nuovi mondi e forse più segreti di quanto avrebbe dovuto.
La trama mi ha ricordato moltissimo "Il mare senza stelle" di Erin Morgenstern proprio per il ritorno delle porte che si aprono su mondi altri ma, purtroppo, devo ammettere che il livello non è assolutamente lo stesso. Il romanzo della Harrow è raccontato dal punto di vista della giovane adolescente protagonista, January Scaller, e questo abbassa tutto il tono. Il lessico è fin troppo semplificato, scorrevole certo ma a tratti anche banale. Ho fatto davvero molta fatica ad ingranare a causa di una trama che non prendeva mai slancio se non, fortunatamente, verso la parte finale e di questo lessico un po' troppo infantile e sempliciotto che mi disturbava. I fantasy non sono generi di serie B, mi aspetto sinceramente un impegno stilistico comunque non indifferente che qui non ho assolutamente trovato. La trama in alcuni punti fa abbastanza acqua. Momenti di scontri, di lotta o in cui gli antagonisti dovrebbero ostacolare come si deve la protagonista, in realtà vengono ridotti davvero a scenette di cabaret che si risolvono in un paio di righe e in una maniera assolutamente impossibile e surreale. Dove avete mai visto un uomo grande e grosso che non acciuffa una bambina solo perché lei lo ha minacciato a voce? Già questo vi basta per capire l'assenza di senso.
Purtroppo per me è un no.
Questo mese ho anche dato spazio ad un autore emergente, Manuel Pomaro, con il suo "Lei mi avrebbe detto sì".
TRAMA: Ascanio e Miriam sono una coppia di fatto da molti anni ma, come spesso accade in molte coppie di lunga data, subentra la noia e la mancanza di interesse nei confronti del partner. Miriam verrà tentata da una cena sensoriale organizzata dal brasiliano Pablo e che si trasformerà in ben altro, portando la coppia a sgretolarsi e a intraprendere due strade differenti.
Non leggo molti romanzi rosa, sono sincera ma dopo la delusione del libro precedente, avevo davvero bisogno di staccare un po' la mente e dedicarmi a qualcosa di leggero, coinvolgente. Questo libro è perfetto! L'ho divorato in due giorni per due motivi principali. Il primo è la trama. Non è banale come sembra, è ben organizzata, i colpi di scena sono tutti davvero d'effetto (finale compreso), dimostrazione di quanto effettivamente l'autore abbia studiato con cura il tutto. Il secondo motivo è lo stile di scrittura. Manuel Pomaro scrive molto bene. Mai banale, mai noioso, coinvolgente nei dialoghi che comunque sono parecchi all'interno del romanzo. I personaggi hanno tutti una psicologia chiara e riconoscibile che rende ancor più semplice e godibile la lettura.
Mi auguro di leggere altro di questo autore e perché no, magari proprio un sequel di questo romanzo.
Sull'onda dell'amore, ho finalmente letto "Sull'amore" di Hermann Hesse che il mio ragazzo mi aveva regalato ben un anno fa. (Sono effettivamente una pessima fidanzata).
Non posso indicarvi una trama trattandosi di una miscellanea, di una silloge di poesie, racconti, stralci di lettere e brani a tema amoroso che Hesse ha redatto e scritto nel corso di tutta la sua vasta produzione. Hesse non è un autore facile e nemmeno per tutti, spesso i suoi romanzi hanno un sostrato di tipo filosofico (orientale) anche difficile da seguire; avevo quindi un po' di remore perché temevo di ritrovare la stessa pesantezza de "Il giuoco delle perle di vetro". Mi sbagliavo totalmente. Ho divorato anche in questo caso l'opera che fornisce al lettore suggestioni - poetiche e non - sull'amore adolescenziale, maturo, verso gli animali, la natura, l'umanità tutta e la vita. Se volete godervi meglio il tutto, forse sarebbe preferibile che leggiate uno o due brani al giorno in modo da evitare indigestione e da farlo durare più a lungo. Ma vedrete che non sarete in grado di metterlo giù.
In piena attesa del Natale, ho letto il brevissimo racconto di Agatha Christie "Il caso del dolce di Natale".
TRAMA: Hercule Poirot si ritrova a dover indagare durante il Natale del furto di un rubino appartenuto ad una famiglia reale orientale; le indagini verranno condotte presso la casa di una conservatrice famiglia inglese durante la festività natalizia e la chiave sarà proprio il dolce.
Non ho molto da dirvi se non che amo la Christie, è geniale, sagace, brillante e le sue opere non annoiano mai. Recuperate il più possibile e non vi annoierete.
Dell'ultimo libro letto ovvero "La strada" di McCarthy vi scriverò una recensione singola.
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