Latino. Latino. Latino
Una sola costante questo mese e ancora per un po'.
Questo mese tra studio e novità improvvise (e piacevoli), sono riuscita a leggere solo tre libri. Di "Siddhartha" vi ho già fatto una recensione.
La delusione del mese è stata "La sirena e Mrs. Hancock" di Imogen Hermes Gowar.
TRAMA: Ottocento. Inghilterra. Mr. Hancock è un mercante di oggetti pregiati ma mai quanto il cadavere di una piccola sirena che il suo più fidato collaboratore gli recapiterà. Una sirena che sarà l'inizio della sua fortuna e allo stesso tempo della sua rovina tra bettole, prostitute e misteriose creature.
Mi aspettavo qualcosa di magico, esoterico e misterioso. Non ho trovato nulla di tutto ciò. Il libro incalza davvero con estrema lentezza e soprattutto non c'è nessun mistero da scoprire. Non si comprende bene a fine libro se questa sirena esista davvero o meno, cosa sia. L'unico elemento chiaro è cosa suscita ovvero un senso di profonda insoddisfazione e dolore. Questo romanzo è più il ritratto di una Londra vittoriana dei bassifondi ma nemmeno ben caratterizzata rispetto a "Il petalo cremisi e il bianco" che vi consiglio caldamente sull'argomento. I personaggi sono ben caratterizzati ma ne compaiono alcuni (secondari) davvero in modo frettoloso e poco curato, sembrano prendere il sopravvento e diventare personaggi principali e poi scompaiono senza sapere conclusioni varie.
Peccato perché apprezzo molto le scelte editoriali Einaudi ma questa volta direi che ha toppato.
Terzo e ultimo libro letto è stato un altro grande classico "Il dottor Jekyll e il signor Hyde" di Robert Louis Stevenson.
TRAMA: Il dottor Jekyll scopre una pozione per poter separare la parte più oscura della sua personalità da sé, il macabro e orrifico signor Hyde. Quest'ultimo artefice di misfatti e delitti che scateneranno una sorta di privata indagine poliziesca fino alla scoperta della oscura verità.
Un romanzo molto breve eppure di un'intensità pazzesca. Di fama mondiale e direi non a caso, l'opera di Stevenson sembra essere precursore dei successivi e novecenteschi studi di psicoanalisi. L'idea del doppio e dello smembramento della personalità è un topos molto caro alla letteratura, ripreso successivamente anche da Calvino ne "Il visconte dimezzato". Apparentemente surreale eppure brutalmente vero. Chi si reputa perfetto, dimentica che la perfezione non esiste. Chi crede di essere una bella persona, allo stesso modo tenta di celare a se stesso l'esistenza di quegli aspetti più istintuali e oscuri che, bene o male, fanno parte della natura umana. Il dottor Jekyll compie un esperimento angosciante che pure dimostra la sua lungimiranza, aver compreso che non siamo mai solo uno ma nessuno e centomila. Pirandello docet.
La cornice poliziesca rende la storia notevolmente più accattivante e le confessioni finali di Jekyll sono state, per me, assolutamente strazianti.
Un piccolo romanzo che però ha davvero le carte in regola per competere con grandi classici.
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