Oggi un post off-topic rispetto al solito ma che credo possa essere utile. Il titolo è abbastanza emblematico, non ho ovviamente la pretesa di dare informazioni che siano valide per tutti e che possano essere applicate a tutti i corsi di laurea. Ho deciso di parlarne perché io non ho avuto modo di confrontarmi con molte persone, soprattutto per la stesura pratica della tesi, quindi spero possa in parte esservi utile.
Dividerò il tutto in sezioni in modo da rendere più agevole la spiegazione.
0. PREMESSE
Io sono laureata in Lettere Moderne, una facoltà umanistica che quindi prevede tesi compilative e raramente sperimentali. La differenza? Una tesi compilativa prevede uno studio su un preciso topic (argomento) che viene poi sviluppato attraverso la consultazione e lo studio di manuali, saggi, articoli e monografie. Una tesi sperimentale presuppone, invece, un lavoro di ricerca o un tirocinio di cui poi si realizza un'analisi o una relazione. Come mole di scrittura ovviamente una tesi compilativa risulta solitamente più lunga e impegnativa rispetto ad una sperimentale ma, d'altro canto, il lavoro di ricerca precedente la stesura di una tesi sperimentale compensa la mole cartacea dell'altra tipologia.
Ricordate quindi che da facoltà a facoltà la situazione cambia, le tesi richieste sono differenti. All'interno della vostra facoltà, inoltre, ogni professore può avere esigenze e richieste particolari.
1. RICHIESTA TESI
La scelta del relatore non è mai una scelta facile e, soprattutto, ognuno usa un po' i criteri che preferisce. Qualcuno sceglie la materia che ama, altri il professore più disponibile o fanno una scrematura tra le materie a cui hanno preso il voto più alto. Qualsiasi metodo scegliate, rifletteteci davvero bene perché si tratta di selezionare il percorso che si seguirà per i prossimi mesi, l'argomento (anche se imposto dal docente) deve essere di nostro gradimento. Non è detto che una materia apparentemente più facile o un argomento breve sia più semplice da svolgere di uno più pesante e complesso anzi! Nel primo caso è anche molto difficile riuscire a trovare fonti adeguate e soddisfacenti.
Per la tempistica, questo dipende dalla vostra facoltà. Io l'ho richiesta un anno prima per evitare di laurearmi fuori corso e per trovare un posto disponibile dalla mia relatrice perché, ebbene sì, è davvero una gara tra studenti. Molti docenti seguono pochissimi studenti, è preferibile buttarsi subito avanti quindi, se avete già le idee chiare, non tentennate.
2. BIBLIOGRAFIA E LETTURA FONTI
La ricerca bibliografica, almeno in triennale, risulta facilitata da un notevole supporto da parte dei docenti, ma non è scontato riceverlo. Personalmente ho solo fatto visionare la bibliografia che in autonomia avevo selezionato. Come lavorare in autonomia? Una grande mano potrebbe darla consultare manuali che possediamo già sul tema scelto per la tesi, la bibliografia in essi contenuta ci amplia notevolmente il campo. In nostro aiuto arriva anche l'Opac che è un catalogo nazionale con tutti i libri posseduti dalle biblioteche italiane, ci permette di cercare manuali, saggi e riviste grazie a pochi dati tecnici (autore, titolo, annata, casa editrice ecc.) o mediante soggetto (tema dei volumi che vorremmo consultare). L'Opac ci permette di vedere in che biblioteca sono disponibili per prestito o consultazione. E' preferibile sempre far consultare la bibliografia completa ai relatori che potrebbero aggiungere altri manuali. La lettura delle fonti deve essere graduale, io consiglio sempre di partire dalla lettura della monografia di un autore o dal manuale più autorevole che avete reperito e poi proseguire con saggi e articoli di riviste tecniche. Man mano che si procede con la lettura dei testi, è preferibile segnare su un quaderno le pp. che interessano e che argomento trattano, in modo che poi risulti più fattibile montare i pezzi per la stesura della tesi.
3. STESURA TESI
La scrittura della tesi è la parte più veloce nella redazione della tesi, soprattutto se è stato fatto un buon lavoro di base precedentemente. Innanzitutto procuratevi lo schema con tutti i dati di impaginazione per la tesi, varia da università a università, a volte anche tra facoltà. Nella scrittura dei capitoli che poi farete visionare al docente vi consiglio di impostare già l'impaginazione da tesi, nessun tipo di scrittura da bozza. Perché? Perché otticamente dà già l'impressione di un ottimo lavoro che quindi prepara positivamente il docente alla lettura e, cosa ancor più importante, non perderete tempo nella sistemazione finale del testo. Per quanto riguarda la mia facoltà (ma credo sia più o meno standard) è preferibile utilizzare il carattere Times New Roman, grandezza 14 per il testo e 12 per le note. Durante la scrittura, a meno che non ci sia la precisa volontà di organizzare il discorso in paragrafi e quindi spezzettarlo, cercate di rendere il tutto il più coeso e fluido possibile. La lettura di una tesi su un argomento molto specifico e tecnico potrebbe risultare ancor più pesante se non c'è un buon uso dei connettivi logici tra un periodo e l'altro; prestate attenzione alla grammatica e ai tempi verbali corretti. Una rilettura è indubbiamente sempre opportuna! Per aiutarvi nella stesura del testo realizzate una scaletta, io personalmente elencai gli argomenti da trattare e accanto ad ognuno indicai le pp. dei testi precisi da consultare. In questo modo eviterete di perdere molto tempo.
3.1 NOTE
Le note sono indubbiamente gli elementi che mettono in maggior difficoltà gli studenti e sono, purtroppo, le più viste dalla commissione durante la seduta. Nessun professore, che non sia il nostro relatore, penserebbe mai di leggere la tesi! Si limita dunque a controllare le note e la bibliografia finale, ma se si sanno fare le prime, praticamente la bibliografia è già fatta. Ci sono più modi di realizzare le note bibliografiche e spesso variano da una casa editrice all'altra, è sempre meglio chiedere al relatore se ha un modello che predilige (la mia preferiva le note della Laterza). Innanzitutto dove si trovano le note e quando si inseriscono? Le note si trovano a fine pagina, si inseriscono cliccando su Word "inserisci - nota a pie' di pagina", la numerazione viene impostata automaticamente. Si utilizzano principalmente per tre motivi:
1) per indicare la fonte della citazione;
2) per indicare la fonte da cui è stato estrapolato il concetto, in questo caso verrà introdotta da un cfr. ;
3)per ampliare il discorso con elementi aggiuntivi che non trovano spazio nel corpo principale della tesi, ad esempio riferimenti storici, ad altri personaggi o per ampliare il concetto.
Come ho già detto esistono più modalità per realizzare una nota, vi indico il mio che credo sia abbastanza standard:
Indicare l'opera di un solo autore
Nome puntato + Cognome per esteso, Nome dell'opera in corsivo, Casa editrice, Luogo di pubblicazione + data di pubblicazione, pp. utilizzate.
Esempio: M. Bulgakov, Il maestro e Margherita, Oscar Mondadori, Milano 1991.
Indicare un'opera a cura di
Nome puntato autore + Cognome per esteso, Nome dell'opera in corsivo, Nome puntato curatore + Cognome esteso curatore + (a cura di), Casa editrice, Luogo di pubblicazione + data di pubblicazione, pp. utilizzate.
oppure
Nome puntato autore + Cognome per esteso, Nome dell'opera in corsivo, a cura di + Nome puntato curatore + Cognome curatore, Casa editrice, Luogo di pubblicazione + data di pubblicazione, pp. utilizzate.
Esempio: U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, G. Ioli (a cura di), Einaudi, Torino 2015.
U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, a cura di G. Ioli, Einaudi, Torino 2015.
Indicare articolo/saggio in una rivista tecnica
Nome puntato autore + Cognome per esteso, Nome articolo in corsivo, in + Nome rivista in corsivo, Casa editrice, Luogo di pubblicazione + data, pp. utilizzate.
Esempio: A. Ferraris, La formazione intellettuale di Ludovico di Breme, in Ludovico di Breme e il programma dei romantici italiani, Centro Studi Piemontesi, Torino 1984.
Altre indicazioni
- inserire sempre un . (punto fermo) tra il titolo e il sottotitolo dell'opera;
- alcune abbreviazioni: p. e pp. (pagina e pagine), ed. cit. (edizione citata), cfr. (confronta)
- inserire ed. cit. per sostituire Nome casa editrice, luogo di pubblicazione e data se si è già citata l'opera precedentemente;
- inserire ivi se si deve riportare la stessa nota bibliografica IMMEDIATAMENTE precedente ma con numero di pagina differente;
- inserire ibidem se si deve riportare per la seconda volta la stessa nota bibliografica IMMEDIATAMENTE precedente;
- inserire sempre le pp. consultate per un saggio o manuale inerente un preciso argomento a fine nota;
- i nomi dei giornali vanno scritti in tondo e tra virgolette basse (es. << Biblioteca Italiana >>).
3.2 BIBLIOGRAFIA FINALE
Come ho già detto, saper fare le note porta di conseguenza a saper compilare la bibliografia finale che consiste nell'elenco di tutti i testi (o siti internet, in questo caso parleremo di sitografia) che avete materialmente utilizzato per la stesura della tesi. Ricordate quindi di inserire i testi in ordine alfabetico secondo il cognome dell'autore; se si posseggono più volumi dello stesso autore si DEVE SEMPRE inserirli in ordine cronologico (dal più antico al più recente). Nel mio caso specifico (tesi in letteratura italiana) ho suddiviso le monografie dell'autore su cui ho svolto la tesi da tutti gli altri testi, alcuni docenti lo richiedono per maggior ordine.
4. CONSIGLI
Alcuni consigli e informazioni finali. In ordine, la tesi deve presentare in prima pagina il frontespizio che potrete ricercare su Google o sul sito della vostra facoltà, in seconda pagina l'indice o sommario con i nomi dei capitoli (ed eventualmente paragrafi) con il corrispettivo numero di pagine. Per inserire indice e frontespizio vi consiglio di consultare alcuni blog informatici che mi hanno davvero dato una mano con Word. Immediatamente dopo inserite i capitoli, la bibliografia e, a discrezione, eventuali ringraziamenti. Ricordate di numerare sempre le pp. in basso a destra e di stampar la tesi SOLO FRONTE.
Per ulteriori chiarimenti, consiglio la lettura e lo studio del saggio di Umberto Eco "Come scrivere una tesi di laurea".
Credo di avervi dato tutti i consigli utili che potevo, semplicemente buon lavoro e buona fortuna per il vostro percorso!
Dividerò il tutto in sezioni in modo da rendere più agevole la spiegazione.
0. PREMESSE
Io sono laureata in Lettere Moderne, una facoltà umanistica che quindi prevede tesi compilative e raramente sperimentali. La differenza? Una tesi compilativa prevede uno studio su un preciso topic (argomento) che viene poi sviluppato attraverso la consultazione e lo studio di manuali, saggi, articoli e monografie. Una tesi sperimentale presuppone, invece, un lavoro di ricerca o un tirocinio di cui poi si realizza un'analisi o una relazione. Come mole di scrittura ovviamente una tesi compilativa risulta solitamente più lunga e impegnativa rispetto ad una sperimentale ma, d'altro canto, il lavoro di ricerca precedente la stesura di una tesi sperimentale compensa la mole cartacea dell'altra tipologia.
Ricordate quindi che da facoltà a facoltà la situazione cambia, le tesi richieste sono differenti. All'interno della vostra facoltà, inoltre, ogni professore può avere esigenze e richieste particolari.
1. RICHIESTA TESI
La scelta del relatore non è mai una scelta facile e, soprattutto, ognuno usa un po' i criteri che preferisce. Qualcuno sceglie la materia che ama, altri il professore più disponibile o fanno una scrematura tra le materie a cui hanno preso il voto più alto. Qualsiasi metodo scegliate, rifletteteci davvero bene perché si tratta di selezionare il percorso che si seguirà per i prossimi mesi, l'argomento (anche se imposto dal docente) deve essere di nostro gradimento. Non è detto che una materia apparentemente più facile o un argomento breve sia più semplice da svolgere di uno più pesante e complesso anzi! Nel primo caso è anche molto difficile riuscire a trovare fonti adeguate e soddisfacenti.
Per la tempistica, questo dipende dalla vostra facoltà. Io l'ho richiesta un anno prima per evitare di laurearmi fuori corso e per trovare un posto disponibile dalla mia relatrice perché, ebbene sì, è davvero una gara tra studenti. Molti docenti seguono pochissimi studenti, è preferibile buttarsi subito avanti quindi, se avete già le idee chiare, non tentennate.
2. BIBLIOGRAFIA E LETTURA FONTI
La ricerca bibliografica, almeno in triennale, risulta facilitata da un notevole supporto da parte dei docenti, ma non è scontato riceverlo. Personalmente ho solo fatto visionare la bibliografia che in autonomia avevo selezionato. Come lavorare in autonomia? Una grande mano potrebbe darla consultare manuali che possediamo già sul tema scelto per la tesi, la bibliografia in essi contenuta ci amplia notevolmente il campo. In nostro aiuto arriva anche l'Opac che è un catalogo nazionale con tutti i libri posseduti dalle biblioteche italiane, ci permette di cercare manuali, saggi e riviste grazie a pochi dati tecnici (autore, titolo, annata, casa editrice ecc.) o mediante soggetto (tema dei volumi che vorremmo consultare). L'Opac ci permette di vedere in che biblioteca sono disponibili per prestito o consultazione. E' preferibile sempre far consultare la bibliografia completa ai relatori che potrebbero aggiungere altri manuali. La lettura delle fonti deve essere graduale, io consiglio sempre di partire dalla lettura della monografia di un autore o dal manuale più autorevole che avete reperito e poi proseguire con saggi e articoli di riviste tecniche. Man mano che si procede con la lettura dei testi, è preferibile segnare su un quaderno le pp. che interessano e che argomento trattano, in modo che poi risulti più fattibile montare i pezzi per la stesura della tesi.
3. STESURA TESI
La scrittura della tesi è la parte più veloce nella redazione della tesi, soprattutto se è stato fatto un buon lavoro di base precedentemente. Innanzitutto procuratevi lo schema con tutti i dati di impaginazione per la tesi, varia da università a università, a volte anche tra facoltà. Nella scrittura dei capitoli che poi farete visionare al docente vi consiglio di impostare già l'impaginazione da tesi, nessun tipo di scrittura da bozza. Perché? Perché otticamente dà già l'impressione di un ottimo lavoro che quindi prepara positivamente il docente alla lettura e, cosa ancor più importante, non perderete tempo nella sistemazione finale del testo. Per quanto riguarda la mia facoltà (ma credo sia più o meno standard) è preferibile utilizzare il carattere Times New Roman, grandezza 14 per il testo e 12 per le note. Durante la scrittura, a meno che non ci sia la precisa volontà di organizzare il discorso in paragrafi e quindi spezzettarlo, cercate di rendere il tutto il più coeso e fluido possibile. La lettura di una tesi su un argomento molto specifico e tecnico potrebbe risultare ancor più pesante se non c'è un buon uso dei connettivi logici tra un periodo e l'altro; prestate attenzione alla grammatica e ai tempi verbali corretti. Una rilettura è indubbiamente sempre opportuna! Per aiutarvi nella stesura del testo realizzate una scaletta, io personalmente elencai gli argomenti da trattare e accanto ad ognuno indicai le pp. dei testi precisi da consultare. In questo modo eviterete di perdere molto tempo.
3.1 NOTE
Le note sono indubbiamente gli elementi che mettono in maggior difficoltà gli studenti e sono, purtroppo, le più viste dalla commissione durante la seduta. Nessun professore, che non sia il nostro relatore, penserebbe mai di leggere la tesi! Si limita dunque a controllare le note e la bibliografia finale, ma se si sanno fare le prime, praticamente la bibliografia è già fatta. Ci sono più modi di realizzare le note bibliografiche e spesso variano da una casa editrice all'altra, è sempre meglio chiedere al relatore se ha un modello che predilige (la mia preferiva le note della Laterza). Innanzitutto dove si trovano le note e quando si inseriscono? Le note si trovano a fine pagina, si inseriscono cliccando su Word "inserisci - nota a pie' di pagina", la numerazione viene impostata automaticamente. Si utilizzano principalmente per tre motivi:
1) per indicare la fonte della citazione;
2) per indicare la fonte da cui è stato estrapolato il concetto, in questo caso verrà introdotta da un cfr. ;
3)per ampliare il discorso con elementi aggiuntivi che non trovano spazio nel corpo principale della tesi, ad esempio riferimenti storici, ad altri personaggi o per ampliare il concetto.
Come ho già detto esistono più modalità per realizzare una nota, vi indico il mio che credo sia abbastanza standard:
Indicare l'opera di un solo autore
Nome puntato + Cognome per esteso, Nome dell'opera in corsivo, Casa editrice, Luogo di pubblicazione + data di pubblicazione, pp. utilizzate.
Esempio: M. Bulgakov, Il maestro e Margherita, Oscar Mondadori, Milano 1991.
Indicare un'opera a cura di
Nome puntato autore + Cognome per esteso, Nome dell'opera in corsivo, Nome puntato curatore + Cognome esteso curatore + (a cura di), Casa editrice, Luogo di pubblicazione + data di pubblicazione, pp. utilizzate.
oppure
Nome puntato autore + Cognome per esteso, Nome dell'opera in corsivo, a cura di + Nome puntato curatore + Cognome curatore, Casa editrice, Luogo di pubblicazione + data di pubblicazione, pp. utilizzate.
Esempio: U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, G. Ioli (a cura di), Einaudi, Torino 2015.
U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, a cura di G. Ioli, Einaudi, Torino 2015.
Indicare articolo/saggio in una rivista tecnica
Nome puntato autore + Cognome per esteso, Nome articolo in corsivo, in + Nome rivista in corsivo, Casa editrice, Luogo di pubblicazione + data, pp. utilizzate.
Esempio: A. Ferraris, La formazione intellettuale di Ludovico di Breme, in Ludovico di Breme e il programma dei romantici italiani, Centro Studi Piemontesi, Torino 1984.
Altre indicazioni
- inserire sempre un . (punto fermo) tra il titolo e il sottotitolo dell'opera;
- alcune abbreviazioni: p. e pp. (pagina e pagine), ed. cit. (edizione citata), cfr. (confronta)
- inserire ed. cit. per sostituire Nome casa editrice, luogo di pubblicazione e data se si è già citata l'opera precedentemente;
- inserire ivi se si deve riportare la stessa nota bibliografica IMMEDIATAMENTE precedente ma con numero di pagina differente;
- inserire ibidem se si deve riportare per la seconda volta la stessa nota bibliografica IMMEDIATAMENTE precedente;
- inserire sempre le pp. consultate per un saggio o manuale inerente un preciso argomento a fine nota;
- i nomi dei giornali vanno scritti in tondo e tra virgolette basse (es. << Biblioteca Italiana >>).
3.2 BIBLIOGRAFIA FINALE
Come ho già detto, saper fare le note porta di conseguenza a saper compilare la bibliografia finale che consiste nell'elenco di tutti i testi (o siti internet, in questo caso parleremo di sitografia) che avete materialmente utilizzato per la stesura della tesi. Ricordate quindi di inserire i testi in ordine alfabetico secondo il cognome dell'autore; se si posseggono più volumi dello stesso autore si DEVE SEMPRE inserirli in ordine cronologico (dal più antico al più recente). Nel mio caso specifico (tesi in letteratura italiana) ho suddiviso le monografie dell'autore su cui ho svolto la tesi da tutti gli altri testi, alcuni docenti lo richiedono per maggior ordine.
4. CONSIGLI
Alcuni consigli e informazioni finali. In ordine, la tesi deve presentare in prima pagina il frontespizio che potrete ricercare su Google o sul sito della vostra facoltà, in seconda pagina l'indice o sommario con i nomi dei capitoli (ed eventualmente paragrafi) con il corrispettivo numero di pagine. Per inserire indice e frontespizio vi consiglio di consultare alcuni blog informatici che mi hanno davvero dato una mano con Word. Immediatamente dopo inserite i capitoli, la bibliografia e, a discrezione, eventuali ringraziamenti. Ricordate di numerare sempre le pp. in basso a destra e di stampar la tesi SOLO FRONTE.
Per ulteriori chiarimenti, consiglio la lettura e lo studio del saggio di Umberto Eco "Come scrivere una tesi di laurea".
Credo di avervi dato tutti i consigli utili che potevo, semplicemente buon lavoro e buona fortuna per il vostro percorso!
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