Dicembre è stato un mese molto scarno di letture, in realtà tutto l'anno appena passato è stato molto povero di letture rispetto al solito. Ho molto da studiare e purtroppo in pullman mi dedico prevalentemente allo studio, la preparazione della tesi mi toglie tempo anche di sera per poter leggere.
Speriamo di superare subito questo momento.
La lettura un po' più leggera del mese è stata "La lettera" di Kathryn Hughes.
TRAMA: Tina ritrova (in un vecchio cappotto lasciato nel suo negozio di beneficenza) una lettera datata a poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Una lettera che trasuda amore e molta sofferenza. Cosa è successo ai due giovani? Dove sono? Tina inizia quindi a scavare in una storia vecchia di quarant'anni.
Un libro molto scorrevole ma altrettanto intenso. I temi che vengono affrontati nel romanzo ruotano prevalentemente attorno alla violenza, fisica e psicologica, sulle donne. La lettura di ogni pagina mi colpiva al cuore, mi portava a fermarmi e a riprendere fiato. La storia d'amore è, a mio parere, solo un contorno e ne sono felice. Un romanzo apparentemente frivolo ha dimostrato, invece, tutta la sua profondità.
Le altre due letture svolte in questo mese sono stati due classici. Il primo, che mi ha portato via molto tempo, è stato "Mastro Don Gesualdo" di Giovanni Verga.
TRAMA: Mastro don Gesualdo è un muratore che tenta la scalata sociale, riuscendoci proprio perchè sposerà Bianca Trao, membro di una famiglia nobile decaduta. L'autore quindi ci racconta la vita del protagonista, tra maldicenze, disastri e accumulo di "roba".
Ho letto questo libro in questo mese perché lessi "I Malavoglia" proprio a Dicembre, in quinta superiore. Ricordo che quel libro mi piacque moltissimo per lo stile, per le vicende e gli insegnamenti che trasparivano. Con questo romanzo che ricordiamo è il secondo del ciclo dei Vinti, non c'è stato lo stesso feeling. Proprio la presenza di personaggi socialmente più elevati mi ha catturata meno, nonostante io abbia trovato la stessa costruzione della vicenda: un personaggio che diventa vittima e bersaglio del coro, i nobili in questo caso. Il protagonista è indubbiamente un personaggio molto interessante, un parvenu, un costruito che punta ad innalzare il proprio status sociale, pur non avendo in realtà mai rinnegato le sue origini. Decisione che non piacerà alla famiglia di lui e a tutto il circolo di nobili che, alla fine, diventeranno suoi parenti. Mastro don Gesualdo è il vero re della "roba" intesa come beni materiali, "roba" che egli custodisce gelosamente per quasi tutto il romanzo. Non voglio rivelarvi altro. Il libro complessivamente mi è piaciuto, ma indubbiamente si è rivelato più complesso rispetto al precedente.
Ultimo classico letto è stato "Il signore delle mosche" di William Golding.
TRAMA: Durante un conflitto mondiale, un aereo precipita su un'isola deserta e gli unici sopravvissuti sono dei ragazzini inglesi che inizieranno a creare una società democratica, in attesa dei soccorsi. Questo tentativo di organizzazione sociale degenererà in un mondo animalesco e privo di freni inibitori.
"Il signore delle mosche" è una distopia, quindi il contrario dell'utopia. Mi ha molto colpito questo classico che non era assolutamente tra le mie letture imminenti, sono stata spinta a leggerlo per mancanza di alternative che potessero essere terminate entro Dicembre. E' la pura descrizione di come l'uomo sia effettivamente animale o si trasformi in animale. Privo di regole e privo di leggi, preda esclusivamente del proprio istinto. Molti punti mi hanno completamente sconvolta, come è possibile che anche dei bambini possano diventare preda di istinti così violenti e sanguinari? Una lettura che fa riflettere, assolutamente consigliato in momenti però sereni.
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