Dopo mesi, sono tornata.
In realtà ammetto che non so davvero quanto riuscirò ad essere costante e già mi scuso, ma a Settembre ho ricominciato a insegnare in una nuova scuola e non credevo che il lavoro potesse assorbirmi ancor più dello scorso anno.
Avrei da aggiornarvi su tutte le letture fatte fino a questo momento, ma oggi mi concentrerò su una delle più belle fatte di recente: "Il movimento del ritorno" di Irene Gianeselli.
TRAMA: Veronica e Astolfo aspettano un figlio, ma vivono un matrimonio forse privo di comunicazione; Tancredi è un attore alla ricerca della propria idea di teatro e Arcangelo crea un legame con una giovane donna, Maddalena, sfuggente e fragile.
Irene Gianeselli è un'autrice emergente, giovanissima ma piena di talento e non solo in ambito letterario. E' anche critico cinematografico, poetessa, attrice, pianista e drammaturga. Ho acquistato il suo romanzo al SalTo 2021 facendomi convincere dal suo editore, assolutamente certo della bellezza e del valore di questo romanzo. Direi che non avrebbe potuto consigliarmi di meglio.
"Il movimento del ritorno" è, all'inizio, la storia di più storie apparentemente slegate tra loro e ambientate in una città non ben nota che potrebbe essere ovunque e in nessun luogo. Ma nel corso della lettura, i fili che stavamo tenendo tra le dita iniziano ad intrecciarsi tra loro, legando i personaggi e intessendo le loro vite come se fossero una. E le loro si annodano alla nostra. Alle nostre.
"Il movimento del ritorno" ha la capacità di emozionare, di far riflettere, di farci meditare sulla vita, su noi stessi, sul dolore, sugli altri. Ti costringe ad essere fortemente empatico con gli stati d'animo di ciascuno dei protagonisti e ti invita, quasi obbligandoti, a metterla in pratica quell'empatia nella tua vita. Ecco perché non è ben menzionata una città. Perché Tancredi, Veronica, Maddalena o Arcangelo siamo noi. Noi nelle nostre fragilità, nei timori, nella ricerca di un posto del mondo, nella paura della comunicazione, nell'amore, nel parto, nel dolore, nella morte, nelle relazioni.
Irene Gianeselli mescola teatro, musica, letteratura dimostrando un ottimo bagaglio culturale e soprattutto la sua bravura nel non rendere mai farraginosi questi riferimenti che sono sempre perfettamente calibrati con le vicende. E' un romanzo che è poesia, filosofia. Credo davvero di non essermi commossa così per un libro da tanto tempo.
Date spazio a quest'opera, godetevi ogni singola pagina perché, una volta chiusa, vi sembrerà di esser cambiati o forse, finalmente, avrete capito che è semplicemente avvenuto un movimento, il movimento del ritorno. Quello verso voi stessi.
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