Chi di noi non ha mai provato a scrivere una storia.
Qualcuno ha abbozzato la trama e altri i personaggi.
C'è chi ha iniziato a buttar giù qualcosa, ma poi ha perso l'ispirazione.
Qualcuno invece un libro lo ha scritto davvero e ha visto il suo sogno realizzarsi, è stato pubblicato.
Credo che questi giovani autori emergenti, veramente capaci, meritino il giusto spazio, meritano di essere conosciuti ed apprezzati ed è per questo che oggi vi recensisco "I lineamenti essenziali del vuoto. Mattino" di Vito Ricchiuto.
BREVI CENNI SULL'AUTORE: Nasce a Bari nel 1994 dove tutt'oggi risiede, laureato presso la facoltà di Lettere dell'Università degli studi di Bari "Aldo Moro". Ha pubblicato suoi racconti e poesie in varie raccolte ed è socio del Movimento Internazionale "Donne e poesia".
TRAMA: Il protagonista (anonimo) decide di raccontare, nel suo taccuino, ogni suo sfogo legato alla vita scolastica, ai compagni, ai banchi di scuola, al viaggio in moto per arrivarci, mostrando quella che è la realtà sotto l'apparenza delle cose.
"I lineamenti essenziali del vuoto" è un libello di poco più di 100 pp, ma denso di contenuti riversati su carta in maniera apparentemente casuale. E' un moderno prosimetro in cui si intrecciano prosa, poesia e stralci di canzoni per raccontare in maniera fresca la sostanza dietro l'apparenza, dietro la maschera di una semplice giornata scolastica. Tutti sono stati ragazzi e tutti hanno vissuto la maggior parte della loro vita tra i banchi di scuola, ma quanti inganni ci sono stati dietro i saluti, gli scherzi; quante verità ciascuno di noi celava? Ebbene, il protagonista (nelle veci dell'autore) ha cercato di sviscerare il vuoto dell'esistenza adolescenziale, ha mescolato letteratura, scienza, musica e filosofia per approfondire la realtà della quotidianità.
Un libro assolutamente consigliato per chi ama le storie brevi ma intense, per chi preferisce soffermarsi a riflettere su ogni rigo che l'autore ha scritto, piuttosto che gettarsi nel puro svolgimento di una narrazione avvincente. E' un'opera giovanile eppure tanto matura, uno stile al contempo spontaneo (in quanto organizzata su sfoghi personali del protagonista), ma altrettanto pensato e forse anche complesso in alcuni punti.
Una lettura che fa riflettere su chi siamo stati e soprattutto che non può non far ricordare, con un pizzico di nostalgia, la nostra vita da liceali.
Qualcuno ha abbozzato la trama e altri i personaggi.
C'è chi ha iniziato a buttar giù qualcosa, ma poi ha perso l'ispirazione.
Qualcuno invece un libro lo ha scritto davvero e ha visto il suo sogno realizzarsi, è stato pubblicato.
Credo che questi giovani autori emergenti, veramente capaci, meritino il giusto spazio, meritano di essere conosciuti ed apprezzati ed è per questo che oggi vi recensisco "I lineamenti essenziali del vuoto. Mattino" di Vito Ricchiuto.
BREVI CENNI SULL'AUTORE: Nasce a Bari nel 1994 dove tutt'oggi risiede, laureato presso la facoltà di Lettere dell'Università degli studi di Bari "Aldo Moro". Ha pubblicato suoi racconti e poesie in varie raccolte ed è socio del Movimento Internazionale "Donne e poesia".
TRAMA: Il protagonista (anonimo) decide di raccontare, nel suo taccuino, ogni suo sfogo legato alla vita scolastica, ai compagni, ai banchi di scuola, al viaggio in moto per arrivarci, mostrando quella che è la realtà sotto l'apparenza delle cose.
"I lineamenti essenziali del vuoto" è un libello di poco più di 100 pp, ma denso di contenuti riversati su carta in maniera apparentemente casuale. E' un moderno prosimetro in cui si intrecciano prosa, poesia e stralci di canzoni per raccontare in maniera fresca la sostanza dietro l'apparenza, dietro la maschera di una semplice giornata scolastica. Tutti sono stati ragazzi e tutti hanno vissuto la maggior parte della loro vita tra i banchi di scuola, ma quanti inganni ci sono stati dietro i saluti, gli scherzi; quante verità ciascuno di noi celava? Ebbene, il protagonista (nelle veci dell'autore) ha cercato di sviscerare il vuoto dell'esistenza adolescenziale, ha mescolato letteratura, scienza, musica e filosofia per approfondire la realtà della quotidianità.
Un libro assolutamente consigliato per chi ama le storie brevi ma intense, per chi preferisce soffermarsi a riflettere su ogni rigo che l'autore ha scritto, piuttosto che gettarsi nel puro svolgimento di una narrazione avvincente. E' un'opera giovanile eppure tanto matura, uno stile al contempo spontaneo (in quanto organizzata su sfoghi personali del protagonista), ma altrettanto pensato e forse anche complesso in alcuni punti.
Una lettura che fa riflettere su chi siamo stati e soprattutto che non può non far ricordare, con un pizzico di nostalgia, la nostra vita da liceali.
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