Il detto "Aprile dolce dormire" direi che non fa davvero per me.
Anche il mese di Aprile è stato particolarmente prolifico di letture e i titoli che si contenderanno il titolo di migliori dell'anno stanno davvero aumentando. Sarà molto dura.
Del romanzo "Ragazzo, uomo e Nemo" vi ho già fatto una recensione singola quindi vi rimando lì.
Subito dopo ho letto un grande classico del Novecento, "Suite francese" di Irène Némirovsky.
TRAMA: Seconda Guerra Mondiale. La Francia è in piena invasione tedesca e i bombardamenti si susseguono sulla capitale, ormai prossima alla conquista da parte del nemico. Mentre la città si svuota sotto il terrore dei bombardamenti e della morte, la campagna francese brulica di sfollati e di tedeschi creando un alternativo quadro pittoresco.
Ho volutamente reso la trama molto generale e prevalentemente storica perché "Suite francese" non è un romanzo compatto, anzi, ha una storia travagliata. L'idea dell'autrice era quella di realizzare un'opera in cinque parti (una suite, appunto) che però non è mai stata portata a termine e si è limitata alle prime due parti, "Temporale di Giugno" e "Dolce". Némirovsky venne deportata ad Auschwitz in quanto ebrea e morì nel campo di concentramento, lasciando così incompiuta un'opera che aveva tutti gli elementi per diventare ancor più un capolavoro. L'abbozzo quindi rimasto del romanzo venne pubblicato postumo, rendendo celebre la sua autrice.
"Suite francese" ha chiaramente il sapore dell'incompiutezza. La prima parte è tutta incentrata sulla fuga rocambolesca dei parigini verso la campagna francese e ha una sua conclusione netta e chiara; la seconda, invece, racconta di una impossibile storia d'amore tra una donna francese sposata, Lucile, ma mai stata innamorata del marito e un generale tedesco. "Dolce" fa avvertire bene sulla bocca del lettore il dolceamaro, è chiaro che manca qualcosa, una conclusione, uno strascico di prospettiva futura per il resto dell'opera appunto mai terminata. Nonostante ciò, il romanzo è godibilissimo e lo stile della Némirovsky è di una estrema eleganza. La lettura è caldamente consigliata.
Quanti di noi hanno visto il film "Colazione da Tiffany" con la meravigliosa Audrey Hepburn? Quanti di noi si sono innamorati della eccentrica e romantica Holly? Immagino un po' la risposta. Ma quanti di noi hanno poi avuto il coraggio di leggere l'omonimo libro di Truman Capote? Ho voluto affrontare la brevissima lettura proprio per notare somiglianze o divergenze tra la trasposizione cinematografica e il libello dell'autore americano.
TRAMA: Holly Golightly è poco più che maggiorenne e vive in un appartamento a New York con un inseparabile gatto. Holly catalizza completamente l'attenzione di "Fred" (come lei lo chiama in ricordo di suo fratello), suo vicino di casa che racconta il breve tempo passato con la ragazza fino al giorno in cui venne arrestata per traffico di droga e non si seppe più nulla di lei.
Il libro ha davvero ben poco a che vedere col film che, come spesso accade, diventa la versione rosa di un romanzo che è altro. "Colazione da Tiffany" ruota attorno all'accompagnatrice Holly, ragazzina sfacciata, solare, eccentrica dalla vita controversa; si circonda di amici e figure maschili discutibili per sfuggire ad una vita passata che l'ha vista orfana e sposa minorenne. La complessità di questo personaggio femminile non è fine a se stessa, ma è necessaria a Capote per denunciare la vita convenzionale e conformista degli americani. Holly è il puro anticonformismo, è l'eccesso ma in nome della libertà, è l'apparente frivolezza in nome della estrema e ingenua bontà d'animo. Il suo personaggio rimane nel cuore perché forse in tanti ci siamo sentiti uccellini in gabbia come Holly e avremmo voluto poter essere liberi e ribelli tanto quanto lei. Merita di essere letto e apprezzato come prodotto altro e avulso dal celebre capolavoro cinematografico.
Altra pietra miliare della letteratura mondiale, in questo caso per ragazzi, è "La storia infinita" di Michael Ende, celebre anche in questo caso più per la trasposizione cinematografica.
TRAMA: Bastiano è un ragazzino goffo e spesso vittima di bullismo. Per sfuggire ai suoi aguzzini, si rifugiò in una libreria dove rubò una copia de "La storia infinita" che iniziò avidamente a leggere nascosto nella soffitta della sua scuola, senza sapere però che egli stesso sarebbe diventato il salvatore di Fantàsia e un personaggio del romanzo.
Inizialmente i miei alunni avevano scelto questo romanzo come lettura da svolgere per scuola, ma c'è stato un cambio. Ho pensato comunque di leggere questo libro perché legata ai ricordi infantili del film che, preciso, si ferma a meno della metà del libro, quella effettivamente più interessante. La seconda metà, quando Bastiano entra nel libro e inizia a far rinascere Fantàsia, è molto lenta e prolissa ma ovviamente cela degli insegnamenti etici, valoriali e morali necessari per ragazzini che si approcciano al romanzo. A mio parere è adeguato prettamente ad un pubblico di ragazzini.
Aprile, mese dei classici. Ho recuperato una bellissima edizione della Fabbri Editore di "L'età dell'innocenza" di Edith Wharton, romanzo vincitore del Premio Pulitzer.
TRAMA: Ottocento. New York. Newland Archer, avvocato, sta per sposare la bellissima May Mingott, altolocata rampolla americana e immagine della perfetta sposa. A instillare il dubbio nel futuro sposo arriva la cugina di May, Madame Olenska, fuggita dal marito e ritornata in America in seno alla famiglia che la accoglie, celando con ipocrisia il disprezzo per le sue scelte di vita. Newland ed Ellen saranno vittima di una passione proibita e impossibile.
Ho amato questo romanzo dalle prime pagine. Lo stile di scrittura è accattivante tanto la conturbante storia d'amore, impossibile, tra i due protagonisti. Il romanzo è tanto di più perché offre un interessante spaccato delle convenzioni sociali borghesi di fine Ottocento in America, dipinte come differenti e più austere di quelle europee. Dimostra altrettanto bene il ruolo della donna in società e quanto le donne forti, libere e non convenzionali potessero essere disprezzate perché diverse e, perché no, pericolose. Un romanzo meraviglioso che merita di essere letto.
Ho comprato e letto "Stai zitta" di Michela Murgia, spinta dalla fama di questo libro che ho visto praticamente ovunque. Trattasi di un saggio femminista in cui la Murgia analizza nove frasi sessiste che spesso vengono rivolte alle donne in vari campi. Quanto queste frasi, si chiede l'autrice, sono dichiaratamente sessiste?
Ammetto che su molti aspetti mi trovo perfettamente d'accordo con Michela Murgia, ma in alcuni punti credo davvero si incarti in maniera forzosa, tentando di trovare sessismo anche dove, a mio parere, non c'è. Ne consiglio la lettura ma sarebbero preferibili manuali più specifici sul tema.
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