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Letture di Marzo

Il mese di Marzo che battezza l'arrivo della Primavera, si è rivelato ancora particolarmente prolifico in quanto a numero di libri letti e alcuni sono sicuramente in lista per entrare a far parte dei miei preferiti dell'anno.

Con i miei alunni abbiamo letto uno dei romanzi più celebri e apprezzati della regina del giallo: "Dieci piccoli indiani e non rimase nessuno" di Agatha Christie.

TRAMA: Dieci persone sconosciute vengono attirate con scuse differenti in una villa su Soldier Island. Ben presto quella che si prospettava una vacanza, si è rivelata un massacro in cui non rimase nessuno.

Avevo già letto altro della stessa autrice ma niente mi aveva lasciato una sensazione di ansia come questo romanzo. La concatenazione di omicidi e il luogo isolato e irraggiungibile acuiscono molto la suspance, aggiungiamo inoltre che gli avvenimenti si svolgono in un lasso di tempo molto breve e seguendo una filastrocca per bambini. Agatha Christie si è superata nella scrittura di questo romanzo che non a caso ha avuto alcune trasposizioni cinematografiche e teatrali e viene ancora annoverato come il suo capolavoro. Non voglio dirvi nulla di più, leggetelo perché non ve ne pentirete. 


La lettura più difficile ed emotivamente coinvolgente del mese è stata i "Diari" di Sylvia Plath. 

Sylvia Plath è una celebre scrittrice inglese, forse più tristemente nota per il suo tragico destino. I diari sono stati scritti a partire dai primi anni di università fino al 1962 circa, poco prima della sua morte. La lettura non è affatto agevole e non lo è mai quando ci si immerge di petto nella vita di una persona che non abbiamo mai conosciuto se non attraverso le sue opere letterarie e, ancor più, non lo è se quella persona ci mostra chiaramente e senza filtri la sua malattia. La Plath era chiaramente depressa fin da ragazza tanto da essere stata sottoposta ad elettroshock nel 1955 dopo una grave crisi psicologica, spaccato di vita che verrà raccontato nel suo romanzo "La campana di vetro". Seguire i pensieri più intimi dell'autrice in queste pagine significa porsi su una nave e affrontare la tempesta alternata a momenti di finta quiete; è un'anima pura ma inquieta, insoddisfatta e in continua competizione con se stessa. La lotta Sylvia versus Sylvia ideale la porterà a frequenti crisi. Aveva costruito negli anni un ideale di vita (autrice di successo, bel matrimonio, tanti bambini) che si scontrerà con una realtà ben più difficile in cui la parabola di scrittrice avrà un picco da 17enne e poi diventerà sempre più altalenante e sbocconcellata. Per una mente fragile questa è la fine. Ancora la sua morte è avvolta in nubi di mistero. Perché lo ha fatto? Qual è stata la causa? Quale ruolo ha avuto Ted Hughes, marito fedifrago e poeta di altrettanto successo? Chissà se mai arriveremo alla verità.


Con un tono nettamente diverso, confermandosi una penna ironica e cinicamente diretta, abbiamo i "Nove racconti" di Salinger. Mi ero innamorata de "Il giovane Holden" che ho trovato ironico, brutalmente reale e molto scorrevole nella lettura e così ho recuperato anche questa raccolta di nove racconti, appunto. Salinger continua ad offrire spaccati della vita americana, distruggendo la famosa leggenda del sogno americano che non può esistere. I suoi personaggi sono sempre ironici, cinici, disillusi anche tragici in alcuni punti. Ovviamente non siamo al livello del suo più noto capolavoro, ma per iniziare l'approccio ve lo consiglio.


A Marzo ho voluto concedermi anche la lettura di una raccolta di poesie. Ormai non ho problemi nel definirmi un'atipica insegnante di lettere perché non amo molto la poesia anzi, mi spiego meglio. Non credo riuscirei a leggere un'intera raccolta di seguito come invece alcuni fanno, mi si creerebbe l'effetto rifiuto e non apprezzerei fino in fondo quanto invece di profondo ci sarebbe da assorbire. La poesia va gustata un po' alla volta o non la si comprende. Ho voluto fare uno strappo alla regola con la raccolta "Poèsia" di Angelo Raffaele Tramontano.

Il nome mi aveva incuriosito causa lo spostamento dell'accento nel termine poesia, ma l'autore stesso la prospettava come una raccolta di errori. Il lavoro che ha creato è sottile ma brillante. Ad una lettura molto attenta della raccolta si notano errori grammaticali voluti che dovrebbero farci fermare in modo molto più marcato sul senso delle parole e delle immagini che ha realizzato. La bellezza di quest'opera è contenuta non solo nelle poesie che costituiscono forse più un lungo poema intervallato da momenti di pausa, ma anche nell'organizzazione grafica molto alla Apollinaire. Caratteri diversi, disegni, giochi di grande e piccolo, bianco e nero, note a margine che rendono la lettura interattiva, più intima e ti fanno godere a pieno della raccolta. Consigliata anche a chi come me non si è mai azzardato a divorare una raccolta tutta in un boccone.


A Marzo ho anche recuperato un regalo di Natale ovvero "Il treno per Istanbul" di Green Graham.

TRAMA: Sul treno diretto ad Istanbul si incontreranno personaggi come una giornalista a caccia di scoop, un ladruncolo, un criminale politico, uomini d'affari e ballerine che intrecceranno irrevocabilmente le loro vite nell'attimo di un viaggio.

L'autore è molto noto come scrittore di spy stories, ma ho preferito partire da qui, da un titolo che mi ricordava vagamente qualcosa, forse un film molto vecchio. La penna di Graham è elegante, adrenalinica in alcuni punti ma mai con quell'effetto di pathos eccessivo. Bilancia molto bene passioni, attese, ansia, azione con calma e solennità. Il romanzo all'inizio fatica ad ingranare perché deve ovviamente presentare i personaggi che ci accompagneranno lungo il viaggio ma, man mano che si procede con la lettura, si viene catturati dalla sua maestria e si sospira una volta chiuso il romanzo. Anche la caratterizzazione dei personaggi è molto ben fatta per quanto leggermente stereotipata. Mi piacerebbe vederne una trasposizione cinematografica o televisiva.


Ho proseguito inoltre con la trilogia della Bella estate di Pavese con "Il diavolo sulle colline", storia di tre amici torinesi che vivono una eccentrica estate sulle colline piemontesi. Anche il secondo romanzo della trilogia vincitrice del Premio Strega nel 1950 si conferma un romanzo sulla gioventù e, in questo caso, sugli eccessi distruttivi. Meglio de "La bella estate".


Ultimo, ma non per importanza, è "Falce" di Neal Shusterman, primo di una trilogia fantasy-distopica.

TRAMA: In un futuro in cui gli uomini sono immortali e tutto è governato da una mente robotica, Thunderhead, non esiste più la morte naturale e la popolazione è ancora afflitta da un aumento progressivo e pericoloso. Per cercare di ristabilire un equilibrio numerico viene istituita la Compagnia delle falci, le uniche capaci di concedere la morte o l'immortalità. Citra e Rowan, due adolescenti, verranno scelti per diventare apprendisti falci ed essere iniziati ad un mondo apparentemente regolato da leggi ed equilibrato che rischia di incrinarsi.

Ho molto apprezzato questo distopico che riprende e affronta problemi di aumento demografico parecchio attuali in chiave fantastica. Tutta la metafora della vita e della morte, i richiami alla compassione sono perfettamente incastrati in una trama avvincente che non ha mai e sottolineo mai momenti di vuoto o di noia. Tutto il romanzo ti coinvolge con continui colpi di scena e personaggi davvero interessanti e ben disegnati dall'autore. Spero che la saga continui su questo livello che per me, stilisticamente e come messaggio, è già molto alto. 





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