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Letture di Ottobre

Dal mese di Ottobre è iniziata la lettura prevalentemente di romanzi per l'esame di letteratura inglese che stanno letteralmente assorbendo la maggior parte del mio tempo. Mi dispiace? Forse un po' perché questo mi impedisce di dedicarmi a libri che ho accumulato in libreria da molto più tempo ma, d'altro canto, sto scoprendo classici di nicchia, veramente molto poco noti.

Uno tra questi è "Il marito femmina" di Henry Fielding.

TRAMA: Mary Hamilton è una diciottenne nata e cresciuta sull' Isola degli uomini, orfana di padre. L'arrivo però della bella Anna Johnson la porterà a rivolgere le sue attenzioni verso il sesso femminile, travestendosi quindi da uomo e celando la sua vera identità. Tra matrimoni fasulli e fughe rocambolesche, seguiamo la vicenda (vera) di questa ragazzina inglese che, nella realtà, venne poi processata per la sua vita scandalosa.

Non conoscevo né l'autore, né l'opera e sono stata piacevolmente sorpresa. La vicenda non mi ha entusiasmata particolarmente perché è palese fin da subito l'intento fortemente denigratorio dell'autore nei confronti della società inglese del Settecento e soprattutto l'uso fortemente ironico di una vicenda di amore omosessuale da parte di una donna come provocazione. La vicenda è tratta da una storia vera ma l'autore, per raggiungere i suoi intenti, ha ovviamente mescolato realtà e finzione e proprio questo uso materialistico di un avvenimento di cronaca che è comunque legato ai sentimenti (all'epoca fuori dal comune) di una ragazzina, non mi è piaciuto. Il romanzo però scorre molto velocemente, non si riesce a posarlo anche per la sua brevità e ho molto apprezzato, nonostante tutto, gli evidenti riferimenti ironici dell'autore. Già l'iniziale indicazione della nascita di Mary sull'Isola dei Maschi è il preludio per l'intera vicenda. Consigliato per chi ama le satire sociali, un po' meno per chi si sente ferito (come me) dall'uso canzonatorio dei sentimenti femminili.


Altro libro per l'esame è stato "Come vi piace" di Shakespeare.

TRAMA: Un duca viene usurpato da suo fratello e si rifugia con tutta la corte nella foresta di Arden, una novella Arcadia in cui però l'equilibrio naturale non può essere conservato. L'obiettivo è quello di ricreare una società "civilizzata". Al seguito del duca ci saranno una serie di personaggi come Rosalinda e sua cugina, Orlando invaghitosi della bella Rosalinda, il ribelle Jacquese e molti altri tra ironia, lotta e storie d'amore.

Non avevo mai letto questa commedia shakesperiana e sono rimasta folgorata dalla sua genialità. In molte pagine si è rivelato profetico e molto moderno e, contemporaneamente, ha realizzato una lucida descrizione della sua società. La regina Elisabetta I non ha eredi, la paura del futuro e di una guerra sempre più imminente, il gioco tra usurpati e usurpatori. Non posso dirvi molto, Shakespeare va letto per comprenderne le immense capacità.


Ultimo classico letto questo mese è stato "Il maestro e Margherita" di Bulgakov.

TRAMA: Il Diavolo arriva a Mosca sotto le mentite spoglie di un maestro di magia nera con al seguito personaggi altrettanto inquietanti e un panciuto gatto nero in grado di parlare. L'arrivo di questa misteriosa figura porta lo scompiglio in città e soprattutto nel circolo di intellettuali moscoviti afflitti, uno dopo l'altro, da pazzia, esaurimenti fino alla morte apparentemente accidentale. Gli unici che meritano una seconda possibilità sono proprio il Maestro, autore di una biografia (incompresa) su Ponzio Pilato, e la sua amante Margherita.

Quando stai leggendo un capolavoro te ne accorgi sin dalle prime battute. Ebbene, "Il maestro e Margherita" è proprio uno di quei libri della vita che tutti dovrebbero leggere e avere a casa. Scritto durante l'età staliniana, Bulgakov usa la figura del Diavolo per accusare tutto il sistema corrotto, avido e avaro del suo tempo che infatti, nel romanzo, viene progressivamente punito. Il Diavolo, che ci aspetteremmo essere un personaggio secondario e prevalentemente malefico, si rivela invece il vero fulcro dell'opera e paradossalmente l'esponente del bene. Ho amato il suo personaggio molto ben caratterizzato, il ritmo incalzante dell'opera con tutte le sue follie e soprattutto l'alternarsi di capitoli su Mosca e sulla storia di Ponzio Pilato scritta proprio dal Maestro. E' un romanzo chiaro e diretto. Sin dalla prima pagina l'autore fa capire qual è la morale, dove vuole andare a parare e cosa dovremo aspettarci dal finale del romanzo. Poco accattivante? Per nulla, anzi ci spinge a continuare sempre più velocemente. Finalmente un classico con una morale evidente, senza doverci immischiare in elucubrazioni contorte alla ricerca della metafora contenuta.


Ho, inoltre, appena terminato la lettura di "Il manoscritto di Jacobus" di Vito Campanale.

TRAMA: Cassano delle Murge, anni 2000. Durante i lavori per la costruzione di un parcheggio sotterraneo nel centro del paese, vengono ritrovate alcune ossa appartenenti ad un monaco del Convento cassanese spingendo così Don Alessandro, storico di Cassano, e la giovane poliziotta Rebecca ad indagare.
Cassano delle Murge, 1701. Una serie di morti stanno mietendo la cittadina, tutto sotto lo sguardo di frate Jacobus che inizierà le indagini e che suo malgrado si ritroverà invischiato in una rete più grande di lui.

Ci tenevo moltissimo alla lettura di questo romanzo perché scritto da un mio compaesano e, di conseguenza capirete, ambientato nel mio paesino. E' un giallo storico accattivante che non annoia nemmeno nelle ultime pagine, riprende alcune delle leggende di Cassano ancora oggi vive (tra cui quella dell'esistenza di un passaggio segreto tra il Convento in periferia e il centro del paese) mescolando realtà e leggenda. Non mi aspettavo una bravura e un risultato di questo calibro e non solo consiglio a tutti di acquistarlo, soprattutto chi abita in zona, ma di pubblicizzarlo il più possibile. Grandi case editrici pubblicano romanzi ben più scadenti ad un prezzo notevolmente più alto, questo invece meriterebbe di essere ben più in vista rispetto ad altri.




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